mercoledì 12 luglio 2017

Progetto di ricerca GdN: Dal trapianto di testa all'identità personale, dai diritti umani all'escatologia

di Giulia Bovassi

Abstract
Ha avuto luogo, nel pomeriggio del 23 giugno, l'incontro di chiusura per l'anno 2016/2017 del Gruppo di Ricerca interdisciplinare in Neurobioetica (GdN), presieduto dal coordinatore P. Alberto Carrara, LC, con la partecipazione attiva dei vari membri e collaboratori. L'occasione è stata conclusiva, ma allo stesso tempo d'apertura per la programmazione della linea di ricerca e formazione 2017-2018, che avrà come tema “Dal trapianto di testa all'identità personale, dai diritti umani all'escatologia. Un anno di riflessione sulle ultime frontiere del transumanismo”.

Il seminario, svoltosi presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum in collaborazione con l'Istituto Scienza e Fede e la Cattedra UNESCO in Bioetica e Diritti Umani, ha proposto, con una disamina dettagliata e partecipativa, le linee generali del percorso formativo di ricerca e approfondimento che intende proseguire per il prossimo anno accademico 2017-2018, anno che vedrà protagonista uno dei temi più accattivanti ed emergenti del mondo neuroscientifico e bioetico, quello del transumanismo e, nello specifico, la questione del “tanto atteso” trapianto di testa, il cui tentativo previsto per dicembre 2017, e del persistente problema, a monte e a seguito dell'evento, attorno all'identità personale. 
Come ben specificato nell'introduzione al seminario, e poi ripreso più volte nella natura stessa degli interventi, l'argomento troverà spazio di analisi e discussione sotto diverse prospettive: dalla neurochirurgia alle neuroscienze, ai contributi psichiatrici e psicologici, agli approcci filosofici, teologici approdando al diritto, con particolare risalto alla problematica del consenso informato per soggetti in condizioni di vulnerabilità, e circa il valore della corporeità insieme alla consapevolezza dell'importanza del corpo in rapporto alla persona.
Il primo trapianto di testa nell'essere umano (o, come sottolineato da professor A. Carrara, trapianto di gran parte del corpo) è da considerarsi un passo decisivo verso le aspirazioni transumaniste, motivo per cui non solo la notizia permane sotto i riflettori mediatici nazionali, ma anche di attivi e influenti movimenti contemporanei dediti al transumano, oltre che rappresentare, certamente, un evento di sbarramento per la ricerca scientifica. Il neurochirurgo italiano, il dottor Sergio Canavero, condurrà l'equipe che collaborerà con lui alla procedura dello Human Head Transplantation che ad oggi sembra verrà effettuata in Cina presso l'Harbin Medical University, con un volontario dal corpo sano la cui identità ancora incerta (inizialmente doveva essere un tetraplegico russo poi sostituito da un condannato alla pena capitale in Cina per ovviare a problematiche di compatibilità). Durante l'incontro, il GdN, coerentemente alla sua indole interdisciplinare, ha visto la presentazione di diverse voci esperte ognuna delle quali ha accennato al tipo di contributo di cui portavoce, suggerendo interrogativi o tematiche utili al progetto di ricerca per l'anno 2017-2018, abbozzando così già la panoramica a 360° di copertura per l'intero percorso, del quale verranno tirate le fila conclusive nel secondo modulo del Corso Estivo della Facoltà di Bioetica/Corso Estivo Scienza e Fede in calendario per luglio 2018 sul potenziamento e tecnologie emergenti, tempo preceduto da un frutto maturo dell'approfondimento in occasione della prossima Settimana Mondiale del Cervello (Brain Awareness Week) promossa dalla DANA Foundation. Seminari e tavole rotonde di dibattito verranno svolte attorno all'argomento, dagli aspetti neurochirurgici, bioetici, giuridici, psicologici, antropologici, filosofici e psichiatrici a quelli sanitari e sociali, nelle ricadute a seguito del cosiddetto “trapianto di testa” e delle correnti scientifico-culturali retrostanti, così da garantire la possibilità di giungere, con la gradualità e la sistematicità di un percorso di approfondimento accademico e multidisciplinare, a disporre agilmente di strumenti concettuali rilevanti e solidi nella discussione aperta sugli interrogativi attorno all'identità e all'approccio del soggetto verso il proprio corpo (semantica più estesa rispetto alla fisicità).

L'apporto, al programma di ricerca, della Cattedra UNESCO in Bioetica e Diritti Umani, è stato anticipato dal direttore della Cattedra, il professore Alberto Garcia: il contributo sarà focalizzato sulla delicata e specifica problematica relativa al consenso informato, dapprima sollevata per ciò che concerne il nesso fra la prospettiva del trapianto e la posizione dei soggetti ritenuti maggiormente vulnerabili, quali pazienti tetraplegici o con patologie debilitanti il sistema motorio; ancora per persone il cui contesto politico-sociale e culturale di appartenenza non consente, direttamente o indirettamente, l'esercizio pieno dei diritti stabiliti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. I principi chiamati in causa proiettano l'attenzione sull'effettiva consapevolezza di un eventuale consenso, con un profondo atteggiamento di prudenza e cautela nel valutare come coscientemente libera la decisione di sottoporsi a determinati interventi in una situazione personale  intrisa e spinta dalla sofferenza, o di un vissuto talvolta disperato (tema per altro toccato dal professor Cotroneo unitamente al ruolo dell'ipnositerapia su pazienti vicini all'opzione terapeutica del trapianto, a partire dalle operazioni già realizzabili – mano, braccio, ecc..- i cui disagi altrettanto attestati e presenti in letteratura). Se a questo viene aggiunta l'ipotesi temporale, ovvero effetti collaterali futuri e prospettive ragionevolmente da attendersi dal punto di vista di qualità della vita, emerge rapidamente un'impasse su diversi fronti.
I–CONSENT (Improving guidelines for Informed Consent, including vulnerable populations, under a gender perspective) è il progetto europeo di notevole portata, concesso da Horizon 2020, Programma Quadro dell'Unione Europea per la ricerca e l'innovazione, vinto dal consorzio in cui partecipa la Cattedra UNESCO in Bioetica e Diritti Umani, che si preoccuperà per la durata di tre anni, di indagare sulle insenature del consenso informato, in modo particolare per quanto concerne le popolazioni vulnerabili. È un progetto nel quale la collaborazione fra i diversi partners si pone come scopo il miglioramento delle linee-guida di riferimento nella trattazione teorica e pratica del tema esteso a entrambi i sessi, al di là di limiti d'età e preventivamente rispetto all'insorgere di barriere culturali o religiose nel concreto di situazioni specifiche, quindi della messa in pratica del consenso. Un focus particolare sarà oggetto di studio della Cattedra sul tema delle vaccinazioni (verranno trattati con rigore e sistematicità i nodi cruciali, le difficoltà, legate soprattutto ai bambini/teenagers, alle donne, ancor più specificatamente alle donne in gravidanza) e dei problemi etici concernenti l'IC nella medicina, in particolar modo nella ricerca scientifica, prospettiva, quella ambita, di un risultato in grado di non garantire solo una vicinanza approssimativa tra cittadini e sanità, piuttosto un rapporto di collaborazione e interconnessione razionale e, a tutti gli effetti, informata. Il gruppo di ricercatori esperti della Cattedra UNESCO che si occuperanno del progetto discuteranno sugli strumenti etici, legali, scientifici, da fornire alla comunità per colmare alcune situazioni attuali di “vuoto”/difficoltà nella gestione del consenso a fronte del pluralismo culturale e religioso con il quale abbiamo il dovere di porci nella tutela e nel rispetto delle libertà e, in questo caso, dell'autodeterminazione dei soggetti coinvolti, in primis coloro che prestano fiducia al medico, allo specialista e alla ricerca. Chiaramente, in occasione di questo ultimo incontro del GdN, l'interessante collaborazione con i-CONSENT sarà di ricondurre costantemente l'attenzione alla libertà di pazienti gravati da patologie invasive alle quali fa seguito un vissuto esistenziale di sofferenza, talvolta condizionante la decisione del soggetto di sottoporsi a determinati interventi o trattamenti, come potrebbe verificarsi nel caso in analisi del trapianto di testa. Ecco che il Programma avrà come orizzonte non esclusivamente il termine legale della disponibilità al consenso del paziente e della validità giuridica della ricerca, ma sconfinerà all'etica e alla deontologia rimanendo concorde ad uno dei maggiori problemi sociali attuali in ambito sanitario: l'equilibrio tra fiducia e sfiducia; speranza possibile o illusoria; liceità o illiceità, fra loro interconnessi e non di rado barcollanti.

Il prossimo anno vedrà quindi lavorare assieme molte discipline e personalità autorevoli unite dal comune interesse verso l'uomo e il suo bene all'interno dell'innovazione neuroscientifica. 

Nessun commento:

Posta un commento